Di Tommaso Martinelli
Una delle bellezze italiane per eccellenza, una donna che non smette mai di mettersi alla prova e di intraprendere nuovi progetti di lavoro e di vita.
Dopo l’addio lo scorso anno a Mezzogiorno in famiglia, Alessia Ventura è tornata sul piccolo schermo. La bella conduttrice piemontese è stata la padrona di casa di “Grand Tour d’Italia”, un programma incentrato sui tesori nascosti e le tante eccellenze che popolano il nostro Belpaese, che ha ottenuto un grande successo di pubblico su Retequattro. Orgogliosa del riscontro ottenuto e in attesa della seconda stagione del programma che andrà in onda in autunno, Alessia si racconta a cuore aperto in questa intervista esclusiva.
Alessia, ti abbiamo vista su Rete4 alla guida di “Grand Tour d’Italia”…
“Si, sono felice di aver accettato la conduzione di questo programma che mi ha permesso, attraverso un tour che sta attraversando tutta l’Italia, di conoscere le tante eccellenze che abitano questa meravigliosa nazione: da quelle del mondo dell’imprenditoria, a quelle culturali, passando per sport, spettacolo, arte e buona cucina. Un viaggio in cui, tappa dopo tappa, abbiamo mostrato le meraviglie dell’Italia e i suoi talenti che, credetemi, sono davvero tanti!”
Degli italiani che idea ti sei fatta? Che popolo siamo?
“Siamo gente che lotta e che davvero non si arrende mai. Ho scoperto un’Italia generosa e solidale, un’Italia che riparte o che, quantomeno, ci prova. In Umbria, per esempio, ho trovato gente che, con grande fierezza e dignità, ha saputo rimboccarsi le maniche e guardare avanti con ottimismo, nonostante i tanti danni provocati dal terremoto. Gli italiani sono un popolo forte, che ha voglia di ricominciare e che va avanti sempre a testa alta.”
Che spaccato è venuto fuori dell’Italia attraverso il tuo programma?
“Noi italiani dovremmo essere i primi a credere in questo Paese, a valorizzare le sue risorse. Dovremmo essere, insomma, un po’ meno esterofili e riconoscere che abbiamo la fortuna di vivere dentro un’opera d’arte straordinaria”
“Quello di un Paese ricchissimo di potenzialità e risorse. Un’Italia vivace e in costante fermento, che, orgogliosamente legata alle proprie tradizioni, sa, però, anche guardare al futuro con grande lungimiranza. Questa avventura mi sta dando ancora di più l’esatta misura di quanto l’Italia sia ricca di tesori. È terra di eccellenze e talenti e non solo di problemi e difficoltà. Noi italiani dovremmo essere i primi a credere in questo Paese, a valorizzare le sue risorse. Dovremmo essere, insomma, un po’ meno esterofili e riconoscere che abbiamo la fortuna di vivere dentro un’opera d’arte straordinaria, l’Italia nelle sua interezza, che tutto il mondo ci invidia. Noi non ce ne rendiamo conto, forse proprio perché questa bellezza l’abbiamo sempre sotto gli occhi e quasi non ci facciamo caso. Guai ad assuefarsi alla bellezza.”
Tra le città che hai visitato, qual è quella che ti ha emozionato di più?
“La partenza di un’avventura è, per forza di cose, qualcosa che non si scorda mai. Io ho avuto la fortuna di cominciare quest’esperienza proprio dalla mia città: Torino. Mi ha emozionata perché per me è casa, famiglia, radici e partire da lì con un’avventura televisiva così importante per me mi è sembrato un segno del destino. A proposito di famiglia, nella prima puntata di Grand Tour d’Italia, c’era anche un ‘pezzetto’ della mia famiglia.”
In che senso?
“La prima intervista con cui mi sono cimentata in questo programma durante il primissimo giorno di riprese è stata a Luca Argentero, mio cugino. Eravamo entrambi emozionati, e forse anche un pizzico imbarazzati, proprio perché non era ancora mai successo prima che avessi la possibilità di fare una chiacchierata con lui davanti alle telecamere. È stato strano e divertente allo stesso tempo!”
Il viaggio più curioso che hai fatto nella tua vita?
“Sempre per lavoro, qualche anno fa, ho avuto la possibilità di visitare la Lapponia. Essere a casa di Babbo Natale è stato come tornare improvvisamente bambina. Mi ero attrezzata con una valigia carica di maglioni e giacche per sfidare le temperature gelide, ma, almeno in quel periodo, faceva paradossalmente molto più freddo a Milano che lì. È stato di sicuro uno dei posti che ricorderò per sempre…”
La Cover si Albatros di questo mese tratta della mostra dell’artista britannico Tom Ward che collega le storie dei cartoni animati con problemi quanto mai attuali, come l’inquinamento, la dipendenza da smartphone, l’ossessione per la tecnologia e per l’aumento delle forme di controllo. Tu, che bambina sei stata?
“Una bambina tranquilla, al di là dei classici giocattoli, ho sempre avuto una grande passione per gli animali e la natura. A mia madre dicevo sempre che sognavo di sposare un contadino, così da vivere in campagna circondata da tanti animali. E devo dire che, essendo single in questo momento della mia vita, è un sogno ancora tutto da realizzare!”
Come quello della maternità?
“Sì, mi piacerebbe un giorno diventare mamma. Anzi i miei genitori spesso mi ricordano che a quest’ora già da tempo avrebbero voluto essere nonni. In realtà, però, io ho una figlia già ce l’ho: la mia adorata cagnolina Shirley, una bolognese di 12 anni che è davvero la mia vita. Per il momento come nipotina i miei genitori devono accontentarsi di lei. Si allenano a fare i nonni con Shirley. Non mi separo mai da lei, se non per motivi di lavoro, e in quelle circostanze sono i miei genitori a occuparsi di lei.”
Tra dieci anni come ti piacerebbe vederti?
“Una donna realizzata nella sfera professionale. E, naturalmente, felicemente appagata anche in amore.”
Per conquistarti, un uomo, cosa deve fare?
“Mi piacciono le persone che sanno cosa vogliono dalla vita e che fanno di tutto per conquistarle con determinazione e lealtà.”
Un’ultima curiosità: generalmente, quando finisce una storia d’amore, tendi a chiudere in maniera netta con i tuoi ex?
“Conservo buoni rapporti con le persone che ho amato, in passato, nella mia vita. Si tratta pur sempre di persone che sono state importanti per un periodo e anche se poi una storia d’amore è finita, perché dovrei provare nei loro confronti sentimenti negativi? Meglio ricordare tutto il bello che è stato condiviso e far sì che ci sia ancora rispetto reciproco.”
Tommaso Martinelli / Albatros